10 film brutti che non avrei mai visto

Questo post potrebbe tranquillamente intitolarsi "tutta colpa di Netflix" e questo è l'elenco dei film brutti che, nello spasmodico tentativo di combattere l'insonnia, ho visto negli ultimi tempi... e non l'avrei mati fatto se non fosse per Netflix. Tra i tanti pregi della piattaforma c'è sicuramente quello di funzionare decentemente anche da smartphone, basta avere un wi fi adeguato per non far fuori tutti i giga del proprio abbonamento nel giro di pochi giorni (per la cronaca: esperimento riuscito! Poi mi sono fatta furba) ed un paio di auricolari, individuare un film che già dalla locandina sembri abbastanza brutto per essere vero e piazzarsi a letto. Il sonno verrà da sè... se il film è davvero davvero brutto ben prima della fine del primo tempo. 

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Amore e altri rimedi

Lei è Anne Hathaway, chiaramente non è più la Pretty Princess d'un tempo, ed è molto malata. Lui è molto figo e non serve sapere altro. Tutti e due ripugnano la stabilità, i sentimenti facili e le relazioni durature: lui perchè è un uomo e fa figo così, lei per via della malattia che, da un lato la condanna ad una data di scadenza molto più ravvicinata della media, dall'altro la induce a non affezionarsi troppo al proprio prossimo certa che, nel momento in cui le cose si faranno serie, scapperà senza ritegno. Il primo a cedere è lui, lei non è certa di poterlo sopportare e per un solo istante ho temuto che l'intera situazione dovesse concludersi con la morte della ragazza e con una sorta di dolore eterno di lui. Stiamo calmi: lei vive, magari non invecchierà benissimo ma vivrà. Ovviamente tutti felici e contenti. Forse uno dei meno peggio di quelli che mi sono capitati sottomano.

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Qualcosa di speciale

Jennifer Aniston ne esce dall'ennesima relazione dalla quale ha preso solo mazzate e, ogni riferimento a cose, persone e Bred Pitt è puramente casuale. Lui sta messo peggio che mai: vedovo ma acciaccato. Finge di esserne uscito bene e per professione aiuta gli altri ad uscirne bene, ha scritto un libro di self help e tiene corsi motivazionali. Ovviamente scopriremo in frettissima che non ne è uscito bene per niente e lo scopriremo non appena si imbatterà in Jennifer Aniston che lo aiuterà ad andare avanti, superare il senso di colpa e tutto questo accadrà alla stratosferica velocità della luce. Tipo che ha covato tutti questi sentimenti per tre anni e in tre giorni è tutto passato. A tratti ha dell'imporbabile ma Jennifer Aniston non è male, lui è Aaron Eckhart ma non è che mi abbia convinto più di tanto.

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28 giorni

Sandra Bullock! A me piace un sacco Sandra Bullock... però questo film ha davvero davvero davvero qualcosa che non va. Tipo che manca il finale. E mi va anche bene il fatto che alla fine sia riuscita a mollare l'ex fidanzato tossico - in ogni senso - e sia riuscita a fare la magia con un cavallo incontrato casualmente in giro per la città... ma il finale? Questi sono certamente buoni traguardi... ma vogliamo dare un finale al film? Vabbè, a rendere il film non sto granchè anche quel gran filino di retorica sparpagliata in giro per la pellicola.

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La verità è che non gli piaci abbastanza

Non capisco seriamente come qua dentro ci siano finite tutte queste celebrità, Scarlett Johansson, Jennifer Aniston, Ben Affleck, Drew Barrymore, Bradley Cooper... e potrei andare ancora avanti. Una moltitudine di casi umani, tutti inevitabilmente destinati a trovare il vero amore, ognuno con il proprio percorso, ognuno convinto che sia assolutamente unico e speciale. Bah, luoghi comuni ne abbiamo? Quantomeno non è un film trashione, un cast del genere mi fa quantomeno dire "bravi tutti!!", anche loro avranno delle bollette da pagare a fine mese. Mica come i protagonisti del film che hanno talmente tanto di quel tempo libero da trascorrere giornate intere a elaborare pippe mentali degne solo del miglior Dawson. Oh Dawson! Dove sei finito?

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Young Adult

Confesso: questo non l'ho neanche visto finire. Sono giunta a metà poi la noia ha avuto il sopravvento. Non è stato buono neanche per poter dormire la notte successiva. 

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Beauty&the briefcase

Adoro Hilary Duff dai tempi di Lizzie McGuire però mi domando: com'è che le fanno fare solo film idioti? Cioè... filmetti di bassa lega, roba adolescenziale, anche se ormai sfiora i 30 anni. Quando hai 15 anni e fai Cinderella Story tutto ha un senso, hai 15 anni, interpreti una quindicenne in un film per quindicenni: tutto ha un senso e fila liscio. Poi però si cresce. Si deve crescere. E lei è brava: come diavolo è rimasta incastata in questo genere? Perchè tra tutti i film con Hilary Duff che ho visto questo è veramente quello della peggior specie: anche lei ha le bollette a fine mese? Anzi, vediamo di essere chiari: perchè io questo film non l'ho neanche visto finire. Anche questo: ma è stato più forte di me. Questo mi faceva proprio incavolare, altro che dormire: ho sbarrato gli occhi alla prima battuta e sono rimasta così per un po'. Giusto per capire se aggiustavano la mira: al di là dei dialoghi improbabili e alla sfilza di personaggi irreali, qua c'era tutta una farcitura di valori sballati che lascia inorridire il solo pensiero che una adolescente possa vedere questo film. Roba del tipo che la prima battuta è stata "devo assolutamente trovarmi un uomo!". O qualcosa del genere, vediamo di non andare per il sottile. Quindi, la nostra intrepita protagonista, che non è un adolescente vera e propria: ha un lavoro come pseudo-articolista per diverse riviste di moda, quindi intuiamo che abbia almeno una ventina d'anni, non ha altro obiettivo nella vita se non quello di trovare l'amore, la persona giusta forever&ever, cammina per la strada guardando le farfalle, distratta dall'unico obiettivo della sua vita ed ha in cameretta un altarino dedicato alla rivista più figa di tutti i tempi: "Cosmo". Che inevitabilmente è una rivista di moda, roba del tipo: parliamo della tentenza dei cappotti per questo inverno". E la moda è l'unico argomento di cui capisce qualcosa. 
All'inizio del film, dicevo, è una pseudo articolista, nel senso che lei stessa confessa di aver pubblicato giusto un paio di pezzi su riviste di scarso valore, ma è troppo crucciata nel constatare che la città è piena di uomini che la ignorano per vederlo come un vero fallimento. Quindi arriva la direttrice di Cosmo che, prende proprio lei in mezzo a tante, per affidarle l'incarico della vita: deve farsi assumere da una azienda d'affari e condurre un'indagine interna. Avete presente la rivincita delle bionde? Almeno lei si impegna veramente per entrare al College. Almeno lei si sbatte, supera test e torna a sbattersi per laurearsi, anche se nel cervello apparentemente aveva solo moscerini. Hilary Duff qua non fa niente di tutto questo: riesce a trovare un lavoro in mezza giornata semplicemente falsificando il CV ed una volta dentro passa le proprie giornate a sbavare dietro ad ogni essere senziente gli si palesi davanti ammaliata dal fatto che lì dentro vestano tutti in giacca e cravatta: ne è certa, lì dentro troverà l'amore! Basta, a questo punto mi sono arresa. 

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Friends with money

Questo è un altro di quei film che, per quanto siano leggeri e frivoli, lasciano un filo perplessi davanti al messaggio che intendono far passare. Perchè un conto è essere leggeri, un altro è essere stupidi. Qua siamo alle prese con quattro amiche, tre sono ricche... ma non ne senso che hanno un po' di soldi da parte, ne senso ricche, ricche, ricche, vivono in grandi case, fanno lavoro da ricchi (tipo: una è stilista, una è scenografa... ed una non fa niente dalla vita come ai veri ricchi si addice) la quarta invece non ha un soldo bucato... e sarebbe anche bello il messaggio del "siamo amiche comunque" (ma comunque cosa??!) peccato che la quarta (Jennifer Aniston)  però è la più sfigatina, è quella che non capisce veramente, quella un po' da compatire. Per campare fa la donna delle pulizie ed è una single spinantata: non di quelle single e basta, ma proprio di quelle che dalla vita continuano a prendere cantonate. Credo che uno dei messaggi voglia essere che, in fondo, i soldi non fanno la felicità perchè una volta che si vanno a conoscere davvero tutte le protagoniste anche queste hanno i loro bei scheletri nell'armadio... però non sono certa che l'abbiano fatto nel modo giusto. Capita che la parte abbiente del gruppo si domandi se conoscendosi in altro momento della loro vita (erano tutte a scuola insieme) le sarebbero state amiche in ogni caso... e la risposta è no! Così come è evidente una certa malsopportazione nei suoi confronti all'interno del gruppo. Perchè partecipi alle loro stesse cene devono pagare loro, così come devono anticipare i soldi dei biglietti per la partecipazione agli eventi, regalarle vestiti perchè si vesta decentemente o presentarle degli uomini perchè riesca a farsi una vita. Poi però nel momento in cui Jennifer Aniston chiede un prestito per potersi pagare un corso professionale che le possa permettere di cambiar vita... ecco che le viene negato e viene tacciata di essere una persona senza la testa sulle spalle. Lei, che pulisce gabinetti in casa di sconosciuti per vivere.

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Closer

Questo è un film macchinoso, psicologico, intricato, dai ritmi e dalla successione degli eventi un po' disturbanti. Tutto è disturbante in questo film: le ambientazioni, i personaggi, le atmosfere. Nulla è liscio, nulla è lineare ed anche il finale torna a rimettere in discussione tutto quello che hai visto fino a quel momento.

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Le regole della truffa

Dico una sola parola: Patrick Demsey. Non vi do un'altra sola buona ragione per vederlo.
Scherzi a parte, in questo film un Patrick Demsey sorprendente. Ben lontano dal dottor Stranamore che tanto amiamo e conosciamo. Ed anche l'intero film non è male, leggero ma non banale e un finale inaspettato. Perchè che ci debba essere un fanale a sorpresa questo è scontato... il problema è di quale sorpresa si tratti e io, personalmente, avrei puntato su altro. Consigliato.

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One for the money

 Restando in tema di Grey's Anatomy: no, spiegatemi, è per ragioni tipo questa che abbiamo dovuto salutare Izzie? Perchè allora mi offendo. Qua si va ben oltre la porcata epica, questo film è proprio brutto, banale, con personaggi insipidi e forse anche mal raccontato. Anche il titolo: ma davvero non siamo riusciti a tradurlo?

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