Io non giocai quella notte a poker

Sono giunta ad una di quei momenti epocali di un intera esistenza. Uno di quei momenti in cui - bruscamente - si prende una decisione, si compie una svolta e si lascia alle spalle il passato. Le cose sono andate più o meno così.
Il mio primo cellulare, all'epoca del paleozoico, un aggeggino che, all'uso, sarebbe in grado di funzionare ancora oggi, nonostante tutto, era dotato di un numero WIND di dubbio gusto. L'unico vantaggio che aveva era quello di avere una sorte di tariffa "You & Me" ante litteram per cui potevo chiamare i miei genitori (e - cosa più importante - loro potevano chiamare me) senza spendere una lira. Viste le 15 telefonate giornaliere che servivano a tenere tutti tranquilli circa le mie buone condizioni di salute, tutto ciò era fondamentale all'epoca. Diciamo solo che questo numero veniva ricaricato in Lire. Il problema è che la WIND era una compagnia telefonica delle dubbie qualità e potenzialità: fui costretta ad abbandonarla in fretta e furia per passare ad un numero TIM (aggiungo: la portabilità questa sconosciuta) che mi è sempre stata stretta.
TIM all'epoca voleva dire TELECOM, TELECOM voleva dire WOW! Erano i primi anni dopo la liberalizzazione e tutto ciò che non era telecom era una delle tante corbellerie da giovani. L'esperienza in WIND effettivamente lo confermava ma... non appena fui abbastanza grande da ribellarimi con viva voce al sistema riuscì  a passare a Vodafone, il mio primo amore.
Anzi, obbligai mia madre a passare Vodafone, perchè io ero ancora minorenne e una SIM a mio nome non me la fecero intestare. Era un epoca in cui la portabilità del numero era ancora una cosa sconosciuta, giusto per rendere l'idea.
Vodafone era il meglio che si potesse sperare: ovviamente molti erano ancora gli scettici, quelli che avevano giurato fedeltà alla telecom e non intendevano rompere il voto fatto (soprattutto con il canone). Vodafone era la novità... ed ogni ragazzo ne era affascinato. Si proponeva come la compagnia giovane, la compagnia super colorata, la compagnia con le super pubblicità, la compagnia con le super offerte, la Christmas \ Summer Card, le offerte sui messaggi, sulle telefonate, sui premi con Vodafone One... tutto questo mentre TIM come un diesel stava carburando prima di capire che l'epoca d'oro del monopolio era finita e si sarebbe dovuta adeguare al cambiamento e WIND.... era WIND! Un servizio cliendi da latte alle ginocchia, una capillarità della rete da far piangere, una qualità del servizio da voler tirare le testate al muro.
Iniziò così il mio rapporto con il sig. Vodafone, un rapporto lungo, al quale sono sempre rimasta fedele nonostante le difficoltà che ogni tanto hanno provato a sorgere. Io non mi sono mai tirata indietro e le ho affrontate a testa alta: Vodafone era il mio amore e io lo avrei difeso con le unghie e con i denti.
Negli anni, il sig. Vodafone, ha sempre lavorato parecchio per essere sempre il migliore della categoria. Nel marketing, nelle offerte, nelle pubblicità lavorate ad arte. Tutto questo mentre la WIND, per fare un esempio, cercava di stupirci tutti con le freddure di Aldo, Giovanni e Giacomo. Ed in TIM arruolavano Cristian De Sica e lo sbattevano in un convento con Elisabetta Canalis vestita da suora.
I primi anni del nostro rapporto furono idilliaci. Non si può dire altro. Poi, come ho già accennato prima, sono sorti i primi problemi, le prime tariffe non così convenienti alle quali si era costretti pur di rimanere al passo con i tempi (vedi l'epocale passo nel mondo degli smartphone), sono venuti a mancare i regali di compleanno, al posto di quelli di Natale sono arrivati freddi SMS prestampati.... per non parlare delle offerte sempre e solo destinate a chi fosse interessato ad entrare in Vodafone, più che a coloro che in Vodafone fossero interessati a restarci.
Poi giunse la goccia che fece traboccare il vaso. Quella che credevo non sarebe mi arrivata. Quella che entrando nel vaso da un lato del mondo, dalla parte opposta ha provocato un uragano.
Non ci ho visto più dalla rabbia: gli ho fatto le valigie, l'ho sbattuto fuori di casa e sono andata con il primo che ho incontrato. In cuor mio so di aver fatto una cosa contro il mio istinto, contro i miei sentimenti... ma si è trattata di una delusione talmente grande, un tradimento ancor più grave perchè proveniente da qualcuno su cui pensavamo di poter sempre contare, che mi ha portato all'insano gesto. Per dire: a me di Vodafone era piaciuta anche la canzone del pinguino, sarò stata presa sino al midollo?
Basta! Via! Ho chiuuso tutto ed ho cercato qualcun altro. Le scelte oggi sono infinite... ma neanche troppo. PosteItaliane: li odio sino al midollo, piuttosto cornuta, maziata ed umiliata torno da Vodafone. CoopVoce\altri simpatici individui che si sono improvvisati: non li odio ma non oso avventurarmi, troppi rischi, troppa ansia di finire un giorno come gli utenti BipBip, pace all'anima vostra, ma come vi è passato per la testa di ritenere affidabile una compagnia che si chiama BipBip?
Con mio grande rammarico, ancora nel profondo infastidita dalla scottatura presa nel passato remoto ma, soprattutto, infastidita profondamente dalle campagne pubblicitarie che negli anni hanno ci hanno molestato tutti, WIND è stata quella che meglio ha soddisfatto tutte le mie esigenze. Mi dispiace anche doverlo ammettere a voce alta.
Quello che però maggiormente mi dispiace, dopo anni di Giorgio Panariello nello spazio, su un isola deserta, in giro per negozi ad importunare gente, Aldo, Giovanni e Giacomo incapaci di far ridere neanche se mi avessero fatto solletico sotto le ascelle personalmente, nonchè tutto quello che abbiamo dovuto subire con Infostrada, sin dai tempi in cui Mike Bongiorno girava in tutù, ecco, quello che mi dispiace è che il sig. WIND possa credere che l'attuale campagna pubblicitaria, quella con Fiorello e Carlo Conti che perdono definitivamente la dignità, che rispetto alle precedenti mi azzardo persino a dire che sia la peggiore, sia quella che mi ha convinto a passare a WIND.
No WIND, io non ti amo.
Io odio VODAFONE. Che è diverso.
E, comunque, per la cronaca, credo ad aver imparato che la fedeltà non paghi.
La fedeltà non è cosa del nostro tempo. E' un concetto anacronistico. Vale solo per chi è troppo pigro. 
Io ho deciso che non sarò più tanto pigra. Salterò di palo in frasca, sin dove le offerte del momento mi porteranno.

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