I'm findin' hard to believe, we're in heaven

Mi ricordo con un filo di nostalgia il mio ultimo esame all'università. L'ultimo di una lunghissima serie, 32, 34... chi se li ricorda tutti? Posso dire con un'alta percentuale di certezza che il mio ultimo esame me lo fece superare il Gran Premio di Australia 2012... ed ora vedo di spiegarmi su cosa sto intendendo.
Era un freddo lunedì di marzo di quell'anno. Un appello che non mi ricordo neanche come fosse giunto proprio in quel periodo, ma solo perchè sono troppo vecchia per ricordarmi queste meccaniche universitarie, oggi radicalmente modificate senza che io ancora mi capaciti come può essere passato così tanto tempo in così pochi anni. Per me era una situazione particolarmente complicata.
Circostanze in fatto
- Era l'ultimo esame, una situazione di una certa importanza per chiunque. Almeno credo.
- in ogni caso, era un esame. C'è da aggiungere altro;
- c'era in piedi una situazione mai del tutto risolta con i frequentatori dell'appartamento sopra al mio per cui prima dell'esame non ho dormito per circa tre notti.
- il penultimo esame era stato sostenuto, senza il minimo preavviso, un mese prima. Da quel momento vidi la luce: in preda ad un raptus mi sono chiusa in casa ed ho deciso di chiudere la posizione e darci un taglio con tutto quel pascolare per i corridoi della facoltà.
Elementi di diritto
- Era diritto Penale II, un esame che non è solo un esame, è un colosso, una mole interminabile di normativa, evoluzione della disciplina e storia degli ultimi 40 anni di giusrisprudenza di una serie di fattispecie che spaziano tra i reati contro l'incolumità della persona (per dire: l'omicidio, sì, ammazzare qualcuno è reato. No, non è una buona causa di giustificazione il fatto che questo ti abbia rubato il parcheggio, però ci vogliono almeno 500 pagine di roba per spiegarlo e capirlo bene) a quelli contro l'amministrazione della giustizia, passando per tutta quella serie di reati contro il patrimonio che tanto ci fanno tremare i nervi in corpo.
Tutto quella mole di roba me la condensai in testa nel giro di un mesetto. La verità era che stavo rimandando quel momento da fin troppo tempo. Mi riservai per ultimo proprio quello che voleva essere un dei fondamentali del quarto anno... ma che mi destava particolari antipatie e che lasciai per ultimo, dopo tutti, persino dopo a quattro esami di procedura o a roba astrusa come "fondamenti del diritto europeo", che poi sarebbe lo stesso diritto romano del primo anno, ma con un nome diverso per dare da lavorare a tutti.
-:-
Aperta parentesi. Una volta ero ad un evento molto triste per me. Era un evento triste in generale, ma per me, se permettete, un po' di più. Stavo cercando di reggere il colpo nel modo più dignitoso possibile ma, giunta ad un certo momento, rendendomi conto che stavo per non reggermi più in piedi, non evendo abituata a crollare davanti alle altre persone, sono corsa via per allontanarmi dal gruppo. La maggiorparte delle persone hanno lasciato che me ne andassi, che sbrigassi le mie pratiche in un cantuccio buio e tornassi insieme a loro nel momento in cui lo avrei ritenuto più opportuno. Qualcuno invece mi fermò e tentò di recuperarmi dal baratro in cui stavo cadendo. Era una persona che non conoscevo così bene, non la vedevo da moltissimi anni e forse non ci avevo mai parlato veramente. Con lo spirito dell'eroe di guerra si adattò immediatamente alla situazione, non sdrammatizzò la situazione ma lentamente, gradatamente, mi prese per mano e mi riportò sulla retta via. Incominciò a farmi parlare, a chiedermi cosa facessi, dove andassi, cosa aspirassi per il futuro. Ero confusa: tutta quella situazione mi rendeva ancora più confusa di quanto io non fossi e non sia già di mio, tanto più quando si parla di futuro, ambizioni e aspirazioni. Io so di voler diventare il primo Presidente della Repubblica donna ma, visto che sono ancora troppo giovane, vedo di lasciar fare al corso degli eventi, in attesa di quel giorno. Allora parlai dell'università, della scelta che avevo fatto, degli esami che stavo sostenendo e di quello che al momento era l'ostacolo fisicamente e psicologicamente invalicabile: diritto romano. Lui non era uno particolarmente dentro alla materia, mi stava ascoltando ma nella sua vita probabilmente non sapeva bene neanche cosa fosse e come funzionasse un università, non avendone mai frequentata una. Quindi mi chiese, con fare incuriosito: ma diritto romano sarebbe una cosa tipo aprire un cassetto metterci una mano dentro e chiudere con forza? Scoppiai a ridere, era ufficiale: mi aveva recuperato dal fosso nel quale ero inciampata. Chiusa parentesi.
-:-
L'appello era previsto per lunedì 18 marzo 2012, ancora me lo ricordo... ore 9 della mattina, richiedeva di alzarsi e precipitarsi direttamente all'università, senza ripassi dell'ultimo minuto. I giochi andavano chiusi nel week end e, alle prese con una mole di roba di quel tenore e con il poco tempo che mi ero presa per assimilare ogni clausola di sussidiarietà che il nostro codice penale pone e poneva, i due giorni prima avrebbero giocato un ruolo fondamentale per riprendere tutto quello che si aveva già avuto modo di vedere nei giorni prima e chiudere la pratica per sempre. Non ho mai amato studiare di notte: anzi, non l'ho mai fatto, mi sono sempre rifiutata e i fatti mi hanno sempre dato ragione. Per recuperare il maggior numero di ore possibili delle giornate serviva una sveglia all'alba ma, considerando le beghe del piano di sopra che non mi permettevano di prender sonno prima che si facessero le ore piccole, ecco: tutta quella situazione non si poneva a mio favore ed a favore della mia sveglia.
Ecco che assume un suo ruolo di rilievo il Gran Premio australiano, che fu vinto da Jenson Button, se la cosa vi potesse interessare.
E' noto al mondo che l'australia sta messa piuttosto lontana da noi e, poter vedere cosa succede alle due del pomeriggio da quel lato del mondo comporta una bella levataccia dalle nostre parti, grazie a quelle 7 ore di fuso orario che ci distaccano. Tutto questo non potè, più di quella volta, giocarmi a favore. Se levataccia doveva essere, levataccia fu... ma per una questione piacevole. Mica per analizzare lo sviluppo normativo \ politico \ giurisprudenziale dell'articolo 319 del codice penale. E se vi andasse di capire perchè ho scritto anche politico, vi invito ad andare a vedere di cosa parla l'articolo 319 e quante volte è stato modificato nell'ultima manciata di anni. Probabilmente fu una levataccia ancor più levataccia di quanto non sarebbe stato se mi fossi alzata solo per studiare... con l'aggravante che in quell'occasione sarebbe stata anche molto più lunga. Dovuta solo ad un dovere, per nulla piacevole, che mi avrebbe solo visto intontita sui libri universitari almeno per un altro paio di ore, per nulla produttive. Per questo motivo la soluzoone d'oro nel momento del bisogno: la levataccia alle 7:00 (meno 10) di mattina: giusto per avere il tempo per lavarsi la faccia, mettere il caffè sul fuoco e vedere spegnersi i semafori. Trascorsa un'ora di qualifiche (al sabato) e due ore di gara (alla domenica) il gioco era fatto: era ancora abbastanza presto per rendere la giornata veramente lunga e produttiva, mi trovavo già abbastanza sveglia per darci sotto come si sarebbe dovuto... ed anche abbastanza felice e gioiosa perchè tutta quell situazione non mi pesasse più di tanto, in vista del lunedì di fuoco.
Nel caso ve lo steste domandando: il lunedì mattina arrivò, fu veramente un lunedì di fuoco ma andò bene. Quella fu la prima e (probabilmente) l'ultima volta che mai misi e metterò una sveglia all'alba nel mio preziosissimo fine settimana per vedere la Formula 1... ma ne valse la pena.
Quel lunedì mattina gli esami non si svolgevano nelle aule della facoltà... ma nei dipartimenti. Affollatissimi. Nei lati di un grande tavolone posto al centro di una grande stanza, mica così grande quella mattina, diversi gruppi di assistenti stavano sgrossando la massa: stavano conducendo i primi colloqui con tutti gli esaminandi, giusto per presentare ognuno di noi al professore in cattedra, nell'altra stanza a fianco, con la fedina penale sporca. Se si era fortunati la fedina penale della situazione era abbastanza sporca da farci ben volere al vertice, se andava un po' peggio forse, l'uomo al vertice, avrebbe voluto continuare a sporcarla anche con le sue manone, diversamente nessun colloquio con il massimo potere. Rimandati all'udienza successiva. Io mi presentai da disertrice della peggiore specie: in ritardo sul piano di battaglia... nella quale non avevo messo mai piede. Fatemi esprimere per metafore prima che mi mettano dentro sul serio: questa era una delle circostanze che indisponeva moltissimo i miei esecutori, e proprio nella consapevolezza di questa realtà che rimandavo l'appuntamento da così tanto tempo. All'epoca mi sembrarono spietati, un fuoco incrociato che tentai di superare nel modo migliore ma dal quale non ne uscii del tutto incolume. Comunque superai la prima prova: il grande capo mi avrebbe concesso qualche minuto della sua esistenza: il momento sarebbe stato decisivo. Mi sarei giocata il tutto per tutto.
Solo a seguito di una lunga ed intermibile attesa, finalmente vengo ricevuta. E' il mio turno: viene indagata nuovamente la faccenda della mia sovversione e mi scusai nuovamente davanti all'Illustre. Invocai il suo perdono nella speranza che venisse preso in consideazione... ed ancora una volta il successo fu dalla mia parte. Il Chiarissimo accolse la mia istanza e, scendendo per un istante, al livello di noi terrestri mi pose il seguente interrogativo : ma è l ultimo esame?
Suono di violini ad aumentarne la tensione.
, bisbigliai intimorita.
Ok, può andare. In bocca al lupo per la tesi.
Stretta di mano, foglio di via, spianata la strada verso la stratrosfera ed oltre... I'm findin' hard to believe, we're in heaven.

Commenti