Pensierino mattutino

La mia cartella clinica può essere sostanzialmente divisa in due parti. Una prima riguardante la fascia di età 0-5 in cui ho avuto una buona dose di malanni, ed una fascia 5-25 in cui, a momenti, non ho visto neanche un'influenza. Non si è capito se è per esorcizzare tutte le nottate al Gaslini vissute in precedenza ma il mio corpo è riuscito autonomamente a crearsi uno schermo di difese immunitarie da far invidia. Certo, non è che non ho mai avuto la febbre (anche se, sinceramente non mi ricordo l'ultima volta che è successo), ho avuto il mio tribolare con i denti del giudizio, per diverso tempo ho temuto che la testa mi esplodesse (e ne ho già scritto) ma si può dire che non mi posso proprio lamentare. Arrivati i 25 anni una mia amica mi ha avvertito: guarda che ora è tutto un declino! Benvenuta nell'età anziana! Non ci volevo credere, queste cose a me non capitano. Quattro mesi dopo sono stata portata di peso da mio padre al pronto soccorso.
Andiamo per ordine. Non è che proprio mi ha portato a spalla, semplicemente mi ha caricato in modo dopo che per giorni ho promesso di andarci con le mie gambe per poi non farlo davvero sistematicamente. Ho provato a corromperlo seriamente con una pizza, un pacchetto di sigarette (anche se non fuma ma di questi tempi costa più di una pizza), 10 euro, un vitalizio a caduta settimanale di crostate, il mio più sincero tifo per almeno un paio di Gran Premi per Alonso, la promessa di tacere a comando, l'impegno a di tagliargli l'erba in giardino tutte le volte che fosse necessario: niente! E' stato incorrompibile!
Anche la "malattia" non è poi una roba così grave. Semplicemente mi è venuto un occhio rosso, ha incominciato a gonfiare... ed ho deciso di tenerlo così per almeno 13 giorni. Gli ho anche dato un nome occhio da tossica e di tanto in tanto aggiornavo via Twitter gli amici circa la sua condizione. Era ormai un amico ma nonostante questo i parenti non si sono fatti convincere, tuonavano che tutto quello non fosse normale e hanno fatto affidamento sulla mia condizione di maturità perchè mi andassi a far vedere da qualcuno. L'ho già detto che è finita che mi ci ha portato di peso?
Sala d'attesa del San Martino, davanti a me la porta di occulistica con su scritto non bussare.. Io non busso ma una sala d'attesa senza sedie e casualmente in corridoio giuro di non averla mai vista. Davanti mi passa ogni genere di caso umano. Il turista ancora in costume che chiaramente si è scartavetrato sugli scogli. Il vecchietto trasportato in sedia a rotelle che con simpatia ci fa notare che lui è servito e riverito mentre noi siamo tutti in piedi. La ragazzina appena crollata dal motorino con i genitori che non rispondono al telefono. Ma soprattutto i ragazzi delle ambulanze: ragazzi che avranno la mia età, che vestono con dignità i pantaloncioni fosforescenti e che corrono avanti e indietro per la corsia trasportando barrelle, aiutando chi è appena stato colpito da un fiume in piena sfigurandosi il volto, cercando di calmare la ragazzina ormai sull'orlo di una crisi di nervi che non riesce a contattare i suoi, scherzando con chi è trasportato perchè non senta tutti gli occhi su di se. Ed io sono qui che faccio la scema.

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