Il libro delle anime - Glenn Cooper

Will Piper is back! Quantomeno nella mia vita. Un anno fa etichettavo la biblioteca dei morti come una delle rivelazioni dell’anno, forse la sparavo un po’ grossa ma neanche troppo. Le ragioni sono ancora tutte ben esposte in quel post, però diciamo che non posso proprio considerarmi una grande scopritrice di talenti essendo arrivata su Glenn Cooper con quei 10 anni di ritardo sul resto dell’umanità.
Ma cosa vuoi che siano dieci anni rispetto agli infinità della vita?
Mi sono presa giusto il tempo per digerire il primo volume e, con calma, per evitare indigestione, eccomi ritornata prepotentemente in argomento con il libro delle anime, secondo volume della trilogia della biblioteca dei morti. La prepotenza è data dal fatto che, dando una veloce occhiata alle costine dei libri firmati da Glen Cooper ho chiaramente capito che, dopo il successo del primo, deve essersi fatto prendere un po’ la mano. Diciamo che c’è andato giù pesante, la mole è raddoppiata… ma non ci fa paura.
Ritroviamo lo stesso Will Piper che abbiamo lasciato nello scorso volume, un po’ appesantito, un po’ più pensionato di quanto non ci ricordassimo, ma l’indole è sempre quella. E’ bastato bisbigliargli all’orecchio 2027, il numero magico, e lo abbiamo subito ritrovato pronto a discutere con sua moglie, attraversare il globo, infilarsi in guai indicibili, ritornare a casa, provocare morte e distruzione intorno a sé, ma cavarsela alla grande nonostante tutto.

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