Tutti giù per terra - Giuseppe Culicchia

Nella mia carriera da lettrice non è la prima volta che mi imbatto in Giuseppe Culicchia... e non è che mi sia sempre andata benissimo. Eppure continuo ad essere attratta da questo nome. A questo giro elemento di ancora maggiore attrazione è stato il titolo, una rara assonanza con una delle mie letture preferite, scritte da uno dei miei autori preferiti. Non potevo lasciarmi sfuggire questo  Tutti giù per terra. 
La prima cosa che è stato necessario fare con questa edizione (Euroclub) è stato prendere la trash copertina e buttarla via. Via, via più lontana da me possibile. 
Tutto questo trash ha chiaramente una spiegazione: il romanzo è ambientato negli anni '80 e probabilmente l'editor (il romanzo è stato pubblicato negli anni '90) deve aver sentito la necessità di richiamare il decennio precedente e far leva su quel senso di nostalgia del lettore. Son trascorsi altri 20 anni dalla pubblicazione, anche la nostalgia è passata e la copertina non può che dover andare al creatore. Anche perchè renderebbe un'idea sbagliata di questo romanzo.
Tolta la sovracoperta, quest'edizione di Euroclub è una figata pazzesca: copertina rigida e, soprattutto, segnalibro a nastro come fosse un'agenda! 
Ma veniamo alla storia: protagonista Walter, un ragazzo come tanti. In realtà, se permettete, un po' meno di tutti gli altri, ma vediamo di capirci. Walter vorrebbe essere un eterno indeciso, un ragazzo pieno di sue complessità, di conflitti interiori, parte di un'eterna guerra generazionale con i suoi genitori... ma in fondo in fondo Walter non ha voglia di fare un accidente della sua vita. 
Finite le scuole superiori vive un periodo senza nè scopo nè destinazione, l'unica cosa che riesce a farlo uscire dalla sua cameretta è la ricerca del metodo ideale per non dover partire per il militare. Conclusa la scuola la leva obbligatoria pareva dover fare un'altra vittima ma Walter è terrorizzato, come tanti ragazzi della sua età, sia chiaro. Il protagonista però ha anche una sua complessa personalità a remargli contro, forse solo timidezza, riservatezza, non ha un carattere ben definito o forse, soltanto, ha difficoltà ad integrarsi con il mondo che lo circonda o a riconoscersi in qualcuna delle realtà che vede intorno a sè. 
L'idea di fare il servizio civile è l'apice delle belle trovate per continuare a vivere ancora un po' nel suo limbo, una volta presentata la domanda ci vuole tempo perchè questa sia accettata e perchè possa svolgere effettivamente il servizio: nel frattempo niente militare e nessuna possibilità (questa volta legalmente giustigicata) di trovarsi un lavoro. Una ragione in più per chiudersi in cameretta e continuare ad occuparsi solo di ciò che gli piace di più.
 La vita in famiglia è lo specchio di questo conflitto interiore: una madre che lo asseconda in tutto quello che fa, un padre che contrasta ripetutamente le sue scelte, che lo accusa di tutto ciò che ancora nella sua vita non è riuscito a fare proponendogli modelli forse non più attuali: i ragazzi della tua età dovrebbero avere un lavoro / una moglie / una carriera / una vita... si iscrive quindi all'università, facoltà di filosofia, uno dei tanti posti in cui non si sentirà a proprio agio e dove continuerà a ciondolare senza senso. 
Non dev'essere facile vivere nella testa di Walter... decisamente molto più comico appassionarsi alle sue tragicomiche avventure quotidiane. Da quei quasi due anni di servizio civile ai primi incontri con il genere femminile. Dall'esperienza catartica del trasferimento alla casa dell'obiettore a quell'unico ed intensissimo mese in cui ha provato a fare l'elettricista. Tutti giù per terra è una lettura di svago, breve, allegra, dalla quale imparare come non voler essere nella vita e grazie alla quale, magari, riuscire a porre i giusti correttivi se necessario.

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