Il vangelo secondo Biff - Christopher Moore

La verità è che non ogni libro può essere letto in qualunque momento della propria vita. Probabilmente il vero problema di questo libro è che è capitato nel momento sbagliato della mia... e la cosa mi affligge moltissimo perchè io, questo libro, l'ho bramato ed atteso per un sacco di tempo. Ho aspettato che entrasse nella mia vita con così tanta attesa e frenesia che, nel momento in cui questo è successo, ci sono rimasta veramente male quando non mi ha dato esattamente quello che mi aspettavo. 
Questo libro, giusto per far capire l'amarezza, è entrato nella mia vita nuovo, nuovo nuovo di libreria. Sono entrata in libreria, una di quelle fisiche, con libri esposti, commessi e cassieri in carne ed ossa, l'ho cercato e l'ho pagato a prezzo pieno. Il prezzo pieno di questo, ma non solo suoi, sia chiaro, è uno dei principali motivi per i quali in casa mia difficilmente entrano libri nuovi. Adoro scambiare libri, adoro comprare all'usato, sarebbe folle e assurdo per le mie tasche riuscire a comprare ogni libro nuovo di zecca. Nel momento in cui ho deciso di farmi un regalo alla mia ritrovata libertà personale, ho però fatto la follia. 
Sulla carta è il libro adatto a me: una versione blasfema al punto giusto dei vangeli. Biff, infatti, nella storia, è l'amico d'infanzia di Gesù. La storia parte dal vuoto siderale che, nelle sacre scritture, ruota intorno a quella fase della vita di Gesù che va dalla sua nascita ai suoi 33 anni, giorno più, giorno meno, per riempirlo di tutto ciò che non ci hanno voluto far sapere. Biff, infatti, è stato omesso dai vangeli giunti fino al giorno d'oggi perchè la sua menzione avrebbe roso necessario il racconto di tutta una parte della storia che probabilmente non avrebbe reso la figura di Gesù così come oggi la conosciamo. Grazie ad uno di quei prodigi modello second coming che tanto ci piacciono, Biff è stato rimandato sulla terra al giorno d'oggi per scrivere la sua versione, una versione che, inevitabilmente, sarà meno gloriosa e meno mitologica di quello che ci è sempre stato raffigurato. 
Veniamo quindi alle note dolenti. La pesantezza biblica del racconto. A Christopher Moore evidentemente piacciono gli spiegoni e gli piace fantasticare nei dettagli, nelle sottigliezze che, certamente impreziosiscono un racconto ambientato in un mondo di fantasia così lontano e distante dal nostro ma che dopo un po' rendono davvero eccessivamente lento lo svolgimento dei fatti e altrettanto lenta la lettura. Christopher Moore, ascolta il mio consiglio: anche meno! Anche meno.
Seconda nota dolente: i riferimenti. Come lo stesso autore ammette in fondo al romanzo, l'intera storia è costellata di sottili riferimenti alle sacre scritture ufficiali... ma anche no. Ovvero: alcune volte i riferimenti compiuti sono veri, altre volte vengono menzionati libri o passaggi che in realtà non esistono. Io non ho seriamente idea se per cogliere questi riferimenti sia necessaria una buona conoscenza delle sacre scritture o se qualche ricordo del catechismo potrebbe comunque aiutare a cogliere e farsi una risata al momento giusto. Il problema è che io non ho neanche una conoscenza di base, non ho mai letto la bibbia, non ho mai frequentato il catechismo e dell'ora di religione a scuola mi ricordo solo che, ad un certo punto della mia carriera elementare, mi hanno dovuto spiegare che non era l'ora di disegno e neanche quella di letteratura. Non stavamo illustrando racconti e ciò mi fece perdere il senso di tutte quelle pecore disegnate a pasqua. Dall'anno dopo scelsi di rinunciare all'ora di religione in favore di un'ora di italiano in più. 
Probabilmente riprendendo questo libro in un momento in cui potrò godermelo in una lettura tutto sommato compatta, non dispersiva e concentrata mi risulterà molto più godibile. In un momento come quello in cui l'ho letto, necessariamente prolungato nel tempo e "di ritaglio" ovvero in coda in posta, sul treno, su un bus, in coda ad altri uffici, in aereo, mi sono persa ed annoiata troppo. Sono comunque giunta fino in fondo ma la tentazione di abbandonarlo al suo destino è stata decisamente troppo forte per poter dire di essermi goduta veramente la sua lettura.

Commenti