Fare l'alba in aeroporto

Ciao, sono Tiziana e all'età di 30 anni non so ancora scrivere aeroporto. Dio benedica il correttore automatico che si diverte a prendere in giro la mia ignoranza ma almeno mi salva la reputazione. Peccato che tutto questo io lo stia scrivendo a mano, su un quadernino, seduta in un angolo della sala d'attesa dell'aeroporto di Genova. Il gate aprirà tra circa quaranta minuti, sono arriva in anticipo ma preferisco. Preferisco non rischiare di perdere il volo (ed i soldi che questo mi è costato). Preferisco star qua ad assaporare l'attesa del decollo. Preferisco star qua a benedire con un certo anticipo il momento in cui il correttore automatico correggerà i miei strafalcioni. 
Belli i voli alla mattina, peccato che, mentre son qua, in un angolo a scrivere, fuori sia ancora buio.
Belli i voli alla mattina, quelli che non ti bruciano una giornata di vacanza facendoti atterrare ad orari improbabili.
Brutti i voli alla mattina che ti impongono di svegliarti molto prima del sorgere del sole e attraversare la città al freddo e al gelo. 
Adoro i viaggi aerei, rapidi, indolori...certo, dipende dalla meta! Diciamo che valuto la rapidità in base ad ogni altro mezzo di trasporto alternativo. Unica pecca sta nel fatto che, diversamente da treni, pullman, autobus, etc, non puoi semplicemente presentarti cinque minuti prima che il volo decolli. 
Ci sono code da fare, controlli da superare, altre code da fare, giacche da togliere, scarpe da slacciare, borse da svuotare, altre code da fare e trolley da trascinarti dietro. Sale d'attesa da frequentare.
Non tutte le sale d'attesa vengono per nuocere. 
Qua per esempio si fanno molti incontri curiosi, come per esempio Lui, Gianfilippo, ovviamente nome di fantasia, spiccato accento del luogo di destinazione, è in coda davanti a me all'imbarco. Per essere gentile l'hostess lo informa che il suo volo è al completo, difficilmente ci sarà posto per il bagaglio a mano, se vuole può imbarcarlo gratuitamente sin d'ora... ma no! Lui lo vuole portare con sé. La signora è gentile, gli ripete che non deve pagare, basta solo rivolgersi al check in. "Ma è mio diritto portare il bagaglio con me!" Tuona lui. 
Su Genova il sole deve ancora sorgere, è davvero troppo presto per discutere. La signorina si arrende: "faccia come vuole ma, se al momento di salire a bordo non c'è più spazio verrà comunque stivato". "Non è mica la prima volta che viaggio! Sono cinque anni che viaggio, lo saprò come funzionano le cose?" replica lui sempre più educato e garbato nel tono della voce. 
Cinque anni che viaggia, proprio un uomo di mondo. 
Arriva quindi il mio turno, la signorina mi guarda e, sconfitta nello spirito e rassegnata all'inizio alla grande della giornata, mi informa: "è suo diritto portare io bagaglio all'imbarco ma..." , "ha detto che lo stivate gratuitamente?" replico con spiccato accento del luogo di partenza.

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