La soavissima discordia dell'amore - Stefania Bertola

Con le mie letture ho sempre dei dilemmi. Porto avanti dei serissimi problemi tanto nei confronti della letteratura italiana quanto nelle autrici donne. Seriamente, è una di quelle cose che non controllo e che non riesco a spiegarmi. Non è razionale, è un semplice dato di fatto: il problema è che questo libro casca malissimo. "La soavissima discordia dell'amore" è un opera italiana di un'autrice donna. 
E sono certa che il problema sia completamente mio, perchè Stefania Bertola è un'autrice amatissima, apprezzatissima e premiatissima a livello nazionale: le sue opere mi sono state consigliate nella speranza di affrontare questa mia discriminazione e tentare di dare un colpo di reni a questo pregiudizio che, volente o nolente, continua a tormentarmi. 
Come facilmente intuibile dal titolo si tratta di un'opera romantica, un romanzo rosa ma di quelli ben fatti, sia chiaro. Non quella roba di bassa lega in vendita a 9,90 sugli scaffali dei supermercati, anche se il prezzo di copertina (dell'edizione TEA del 2011) è di 8,60 euro, questo glielo devo riconoscere. 
Protagoniste sono quattro donne, giunte alla temibile soglia dei 30 anni, più o meno, ognuna alle prese con una vita sentimentale al limite del paranormale. Agnese è appena tornata in Italia dopo aver vissuto 5 anni in Cina per amore, poi il suo fidanzato l'ha lasciata per condurre una spassosissima vita in bigamia con due sorelle cinesi. Teresa si trova ad un passo dal matrimonio con il suo eterno fidanzato: il vero problema è che nessuno dei due è seramente interessato ad andare a fondo, convivono nello stesso appartamento portanto avanti vite sentimentali separate nel timore di deludere i propri genitori. Margherita è follemente innamorata di Matteo un violinista dongiovanni che riappare periodicamente nella sua vita per usarla, deluderla e risparire nel nulla. Infine c'è Emilia: madre di Roberto e moglie di Pietro, medico senza frontiere impegnato ormai in pianta stabile dalla parte opposta del mondo dove si è formato un'altra famiglia, pur rimanendo ostinatamente contrario a separarsi.
Amiche di lunga data, le loro vite tornano oggi ad incrociarsi in una Torino contemporanea, dietro le quinte di uno spettacolo teatrale surreale, circondate da personaggi estremi al limite del paranormale. O forse proprio per questo più realistici che mai. Non lo so: forse dopo un po' tutta questa stranezza esagera, diventa troppo. Una storia difficile da seguire per i repentini cambi di scenario e di umore dei personaggi. Assistiamo ad un periodo delle loro vite, una frazione di esistenza non in grado di appagarmi pienamente a causa di una mancanza di trama nel senso più canonico del termine. 
Ripetuto ed instancabile in bisogno di sembrare divertente, bisogno incarnato soprattutto nel personaggio di Agnese, buffa, goffa e pungente nella maggior parte delle sue reazioni e dei suoi atteggiamenti, ma tanto più presente nell'intera trama, caratterizzata da situazioni assurde e dialoghi eterni dalla chiusa brillante. 
Giudizio finale: ok, ma anche meno.

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