Chicago Med - prima stagione

Chi ben comincia è a metà dell'opera: il giorno stesso dell'inaugurazione del pronto soccorso la metropolitana sopraelevata della città deraglia e lo stesso pronto soccorso si riempe di casi umani, bel oltre il limite della tolleranza. Qui c'è qualcuno che porta sfiga.
Mentre io indago su chi sia, spunta già il Rambo della situazione: il dottor Rhodes, barbetta, muscoloso, tatuato, misterioso e dal passato travagliato. Questo ovviamente all'inizio non è lui a dirlo... ma si capisce, altrimenti tutta quella barbetta e tutti quei tattoo non avrebbero ragione d'essere. Prima ancora della metà del primo episodio si cuce da solo: è il nuovo primario di traumatologia, una specializzazione maschia, per il paziente che non deve chiedere mai. 
Giusto perché non si dica che io ho sempre ragione, già dal secondo episodio appare a noi l'irrisolto paterno... ed il padre stesso. Di persona personalmente. Non hanno lasciato neanche un po' di suspense questi maledetti! Appare evidente che questo Rhodes è già un personaggione. E si scanna anche con Severide e tutto il suo collo. Severide, quello della caserma 51. 
La circostanza appare riconfermata quando al pronto soccorso spuntano anche la sorella e l'amichetto d'infanzia, rivelando una di quelle verità che fanno del bel misterioso un bel misterioso: Rhodes è un gran riccastro, figlio di un gran riccastro, discendente da una dinastia di riccastri. Mica un Rhodes qualsiasi. In sostanza: i segreti pian pianino vengono a galla. 
Un po' come quello di Natalie, l'incintissimo chirurgo neonatale, vagamente umorale e dal marito morto in guerra. Su Will, in realtà, non è che si venga a sapere molto. Però io preferisco l'Halstead medico all'Halstead poliziotto. 
Il problema di queste serie è che molto spesso per molti episodi non succede assolutamente niente... e uno perde quasi l'ispirazione di voler seguire tutta la serie. 
Poi finalmente, più o meno a metà stagione, gli equilibri decidono di cambiare un po'. 
Da un lato c'è Rhodes inseguito dal Dio della cardiochirurgia, che casualmente lavora in quell'ospedale, anche eravamo tutti piuttosto convinti che stesse a Seattle, al Seattle Greace, o Grey Sloane Hospital, fate voi. Comunque. Dio lo insegue. Lui fa il modesto e rifiuta. Poi Dio ha un incidente d'auto e casualmente si scopre che ha un tumore, sta per morire... e lo stava inseguendo per farlo diventare il suo degno erede. Così viene accantonata la modestia ed accettata l'incoronazione. Alla faccia di Preston Burke
Dall'altro lato Will Halstead, con specializzazione ancora in divenire, che decide, di punto in bianco, di adottare il caso umano del giorno, una donna malata di tumore, inserendola in un programma sperimentale  non richiesto ed ignorando, al momento giusto, l'ordine di non rianimazione. Il suo futuro professionale non è mai stato più in bilico di così ma l'occasione di tensione gli porta, quantomeno, l'occasione di far capire a Natalie ciò che chiunque altro in ospedale ha già capito da un pezzo. La bacia. Lei tace. Però non l'ha respinto. 'Sto bacio se lo è preso tutto, però poi tace, così lui esce dalla stanza chiudendosi dietro la porta... e dal giorno dopo si torna a fare come se non fosse successo niente. Per fortuna che lui ha i suoi bei guai giudiziari a distrarlo. Così non ci pensa troppo. Chiacago Law&Order è già stato fatto?
Queste cose, nei film, si sa, finiscono sempre a tarallucci e vino. Paziente minaccia di voler portare via ogni centesimo passato, presente e futuro al mediconzolo... ed alla fine non si va neanche in Tribunale. Ma neanche per un tentativo di mediazione. Che poi vanno sempre a buca comunque. Mediconzolo ed erede della vittima si abbracciano, versano una lacrima e vanno per le loro strade. Però il mediconzolo afferma di aver imparato la lezione... giusto in tempo per tornare a piangere sul latte versato. Ovvero su Natalie, che continua a non calcolarlo di pezza.
Viene il giorno in cui ricoverano Natalie: è svenuta in ospedale ma non si tratta solo di stanchezza e\o un po' di anemia. La diagnosi clinica è: sindrome del cuore infranto. Continuare a pensare al marito la sta ammazzando. Per il bene del figlio è fondamentale che tenti di andare avanti. Toglie la fede, la mette nel cassetto, Will inizia a pensare che possa esserci un po' di spazio anche per lui nel suo cuore ma questa stagione scivola via così. Con degli irrisolti belli e buoni. Con degli irrisolti che avrebbero potuto trovare una soluzione, una conclusione o quantomeno uno spunto al diciottesimo episodio... invece no. 
C'è solo una cosa che vorrei appuntare qua: il fatto che io si riuscita a risolvere la maggior parte dei casi clinici formulando la corretta diagnosi grazie alle mie profonde conoscenze mediche apprese attraverso Grey's Anatomy non gioca affatto a loro favore. Insomma, quelli tirano avanti da 12 anni, difficile trovare terreno ancora inesplorato e, in ogni caso, nell'incertezza, come insegna il dr. House, è lupus, però un po' più di impegno sarebbe gradito. Soprattutto per quel blocco di episodi a metà stagione completamente inutili ed insignificanti.
Ah! Comunque Dio è morto.

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