E' nata una star? Nick Hornby

Per motivi che io neanche ricordo, è nata una star? è presente da diversi mesi nella lista dei libri che desidero leggere. Spesso quando seguo recensioni su You Tube o in qualche modo vego a conoscenza di un libro che mi piacerebbe leggere mi annoto titolo e autore su un block notes in attesa di finanze più prospere. Di tanto in tanto faccio ordini on-line per sfruttare la migliore offerta possibile e faccio una buona scorta di quanto desiderato, anche se, spesso, mi capita di non ricordare neanche cosa mi abbia attirato o cosa lo abbia portato a comparire tra le voci del prezioso elenco.
Quando ho concluso l'ordine non ho fatto molta attenzione alle caratteristiche tecniche del libro, semplicemente era da qualche tempo che volevo leggere qualcosa di suo, sul prezzo di copertina era applicata una buona percentuale di sconto (sì, era prima del 1 settembre) e facilmente è scivolto nel carrello. Una volta arrivato a casa la prima cosa che mi ha colpito è la dimensione. Chi conosce il libro, chi sa di cosa parla e chi ha già finito di leggere questa mia recensione ma è tornato indietro per riassaporare il tutto, sorriderà davanti a questo gioco di parole, ma vi assicuro che, per ora, il contenuto non è davvero preso in considerazione. Ciò di cui parlo è proprio il numero di pagine, 73, scritte grandi, con interlinea 1,5 e margine inferiore decisamente sproporzionato. Il  tutto in un formato francobollo. Portando il tutto su un file di word dalle impostazioni standard non si arriverebbe a 10 pagine. Più che un romanzo è un racconto.
Tempo impiegato per la lettura: un'oretta, compresa la pausa caffè in mezzo. Praticamente una bazzecola. Il fatto che, da listino, si faccia pagare 10,00€ proprio una bazzecola non è. Sicuramente pagherà lo scotto di essere edito da una casa editrice minore, la traduzione e un sacco di altre cosucce che ignoro... ma il prezzo pare effettivamente un po' eccessivo.
Passando al contenuto. Ciò di cui narra la vicenda è... pene! Nel senso più anatomico del termine. La storia è completamente incentrata intorno alla situazione di una famiglia tipica: madre, padre, figlio. Di loro conosciamo giusto il nome ma poco altro, forse non viene neanche citato il cognome, se non per sbaglio, ma quel che è certo è che all'autore non interessa affatto farci conoscere il suoi personaggi. Tutto inizia quando Lynn trova, nella cassetta delle lettere, il DVD di un film porno. Lo aveva imbucato la tipica vicina di casa pettegola dopo esserne venuta a conoscenza per il solito percorso tortuoso del mi ha dato Tizio, che gli ha Detto caio, che da sentito dire da Sempronio...
Elemento rilevante del passaparola è l'identità del protagonista della pellicola: Mark! Proprio il figlio di Lynn e Dave (marito\padre della vicenda). 
Una madre si ritrova a dover pensare al proprio bambino in termini non proprio ingenui e spensierati. Anche se attraverso il televisore si ritrova a dover vivere la shockante esperienza di vedere proprio figlio nudo, capire la sua persona in termini diversi da quelli che mai abbia voluto dover affrontare e scoprire una dote che fino ad oggi, con sapienza, non era stata svelata. Da quel momento è tutto un porsi domande assurde, analizzare il problema dal punto di vista ma la tua fidanzata lo sa? piuttosto che come sei finito a vedere il tuo corpo per soldi? un cercare di capire da chi sia stata ereditata la dote, un indagare su aspetti inesplorati del proprio passato che, alla fin fine, non portano a niente.
Dopo una vicenda al limite dell'assurdo come questa, ecco il gran finale: una presa di coscienza che i problemi del mondo sono altri, che tutto sommato anche questa rivelazione qualche aspetto positivo nelle loro vite lo ha portato e... fine! 
L'impressione è che, dopo aver avuto una mezza idea su una vicenda paradossale da raccontare, si sia reso conto che non poteva reggere un grande romanzo, ne ha quindi allargato caratteri e margini, ha aggiunto una morale alla fine, per non sentirsi mai soli, e abbia mandato in stampa il tutto. Io non lo avrei fatto leggere neanche ai miei genitori, lui ha deciso di farlo leggere al mondo. Bene! 
Reazione finale: voglio assolutamente leggere qualcos'altro di suo. Magari anche in inglese. Lo stile di scrittura e semplice, lineare, senza troppi fronzoli, senza troppi giri di parole. Si immedesima nel personaggio e ne esprime al meglio le sensazioni, anche se, in realtà, il lettore non conosce affatto il personaggio, ma mentre legge è lui! C'è dentro e niente lo può portare da altra parte, anche se dice e fa cose che noi non faremmo, ovviamente. Questi profili asciutti sono frutto di una scelta voluta (come per permettere al lettore di personalizzare il soggetto) o semplicemente è un altro segno della banalità del lavoro? Insomma, non riesco a capire se ci è o ci fa. Forse non sono molto portata del'individuare l'arte dove questa è difficile da scorgere, ma sono sicuramente convinta che spesso vedendo un qualcosa di indecifrabile siamo molto più portati a cercare di decifrare l'arcano piuttosto che ad arrenderci all'evidenza che un'arcano non c'è.
Curiosità: perchè cercando su google immagini è nata una star? escono fuori solo foto di Nick Hornby, della copertina del libro e di Luciana Littizzetto?

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