Squeegee Boogie - Federica Frezza

Al mondo esistono genericamente tre tipologie di persone. Ci sono quelle che un bel giorno, all'età di quattro anni si sono svegliate e hanno capito cosa avrebbero voluto fare nella vita. Non si sa se arriveranno mai dove sognano di giungere, ma sarà questo a muoverli lungo buona parte della loro esistenza. Altre persone sogni proprio non ne hanno. Pensano di non avere prospettive o semplicemente non se ne vogliono dare. Si accontentano di poco e forse non metteranno mai il naso al di fuori del loro orticello. Ultime ma non ultime ci sono le persone semplicemente confuse. E io sono tra di loro.
Forse alla base di tutto si trova l'eterna indecisione, forse, invece, c'è una fucina di idee che ti portano ad avere diversi interessi, diverse passioni, diverse speranze per il futuro, la condapevolezza che non potranno tutte accompagnarti per sempre e il terrore che nessuna di esse lo farà.
La vita è tutto ciò che ci succede mentre facciamo progetti per il futuro. L'ha detta John Lennon, ma io l'ho sentita da Ricky Memphis: in fondo ognuno ha i paramentri culturali che si merita.
Max Pezzali in apertura dell'ultimo concerto, intoducendo Credi, ha cercato di convincermi che questo stato di continua indecisione che mi circonda sia uno stato in cui tutti siamo passati prima o poi. Non che non mi fidi di Max, ma in questa fase mi sento molto più con un deca: è l'ora che si tiran fuori le idee per diventare miliardari anche se esiste già quel che vogliamo inventare, ci manca solo il disco orario solare... molliamo tutto e ce ne andiamo a New York, ma poi ti guardi in faccia e dici dov'è che ce ne andiamo con ste facce io e te.
Questo è esattamente ciò di cui si legge in Squeegee Boogie. Non è un racconto o, almeno, non è uno di quelli che hanno un'inizio e una fine, ma è un estratto di vita. Una piccola, limitata parte dello strano percorso di ognuno di noi, messo nero su bianco e analizzato tanto da permetterti di immedesimarti al suo interno e, nel caso specifico, io mi ci specchio parecchio. La protagonista, Virginia, è una giovane ragazza, fresca di laurea, consapevole di aver scelto troppi anni prima la strada sbagliata, decisa ad imboccarne un'altra ma indecisa su quale possa essere quella giusta. Allergica a tutto ciò che può essere per sempre, terrorizzata da tutto ciò che può interrompersi. 
Visto dall'esterno, effettivamente, capisco che possa far paura. Quasi 500 pagine ricoperte da un serioso punto di blu indaco. Appena incominciato a sfogliare ecco andar via ogni timore. Ti imbatti fin da subito nei richiami musicali dati dai nomi dei capitoli, che fanno simpatia, e nelle note musicali che intervallano i paragrafi. Incominci a fare la conoscenza di alcuni dei moltissimi personaggi che coloreranno la vicenda e vieni rapito dalla stile di scrittura coinvolgente di Federica. L'intera storia è raccontata in prima persona dalla protagonista che non si limita a descrivere ciò che avviene, ma come una sorta di diario mentale, registra tutto ciò che vede, lo analizza e ci ragiona su insieme al lettore, che viene così coinvolto in quello che sta succedendo e non resta spettatore impassibile. Essendo in buona parte composto da pensieri, le frasi sono molto corte e concatenate tra di loro: questo ovviamente aiuta ancor più il coinvolgimento del lettore, che difficilmente riuscirà a staccare gli occhi dal libro o distrarsi, perchè semplicemente non ne ha l'occasione. Diversamente da quanto, però, purtroppo, accade in altri romanzi che adottano lo stessa linea, qua il tipo di linguaggio è tutt'altro che elementare. E' sufficiente aprire a casaccio qualche pagina per imbattersi in termini quali pretenzioso, incrollabile, forgiare, stipando, che non sono, di per se, particolarmente ricercati, ma spesso troppo sottovalutati in favore di più comuni bello\brutto\fare\dare\mettere. Via così anche sotto altri aspetti. La protagonista, per fare un esempio, si chiama Virginia, non Sara, Chiara, Claudia... nomi chiaramente dignitosi ma banali, strabusati fino all'inverosimile. Gli altri si chiamano Filippo, Vittoria, Miranda, Gabriele: nessun Luca\Marco\ o altro strano figuro da Soap opera. Per durare 500 pagine senza annoiare il libro, ovviamente, non si limita a vivere ma ci complica le idee presentandoci moltissime personalità, condivide parecchi aspetti delicati del suo passato e inserisce di tanto in tanto moltissimi riferimenti colti, spaziando dal campo della letteratura a quello della musica (vero suo cavallo di battaglia!!) che ti fanno sentire scema per il numero di lacune nella tua cultura che mette in rilievo, ma che ti fanno sentire in pace con te stesso perchè questo libro così colto lo stai leggendo proprio te!
Ho già parlato di questo libro e a distanza di quasi due mesi confermo quanto ho detto. La mia libreria può orgogliosamente custodire una delle limitate copie cartacee di quest'opera augurando a lui, un giorno, una riscoperta editoriale e a lei, l'autrice, altre mille di queste ispirazioni!

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