Chocolat - Joanne Harris

Quando da una storia viene tratto un film così famoso è veramente difficile non sapere neanche di cosa tratti. Spesso però ci si ferma al film e si tralascia l'origine di quel racconto. Certo, dalla pegine di Joanne Harris non sbuca fuori Jhonny Deep, ma non per questo meritano di essere tralasciate.
Deve sicuramente essere riconosciuto merito al film per l'essere riuscito a mantenere il clima presente nel romanzo, la provincialità della location, il carattere conservatore dei suoi personaggi, anche se questi proprio gli stessi non sono, e il tema principale della storia, che va oltre la vicenda umana di Vianne, Anouk (le protagoniste) e Roux (il pirata venuto dal fiume) ma tratta di integrazione, diffidenza dallo straniero e tutela ad oltranza delle tradizioni.
La lettura del libro è sicuramente consigliata per conoscere il romanzo così come è stato concepito dall'autrice, per entrare meglio dentro la psicologia di alcuni personaggi, ma anche per approfondire aspetti non trattati nella pellicola, per ovvie ragioni di tempo. 
Come succede sempre in questi casi, nell'affrontare la lettura è importante cercare di dimenticare l'aspetto degli attori, per delineare nella propria mente ogni personaggio man mano che la storia ti offre un dettaglio da aggiungere ai precedenti. In questo modo, per esempio, dai capelli di Roux spariranno quelle meches bionde, che agli effetti non donano un aspetto molto roux ai capelli. 
Può essere definita una lettura da ombrellone? Non ne sono sicura. Certamente i temi trattati non sono così impegnativi da richiedere assoluto silenzio e concentrazione, eppure lo stile con il quale il libro è stato scritto non consente di aprire semplicemente la prima pagina e tirare avanti fino alla pausa spuntino. La vicenda è raccontata tutta in prima persona... ma da due persone diverse. Alcuni capitoli (definiti da una data, come se fosse un diario personale) sono raccontati dalla viva voce di Vianne, la quale spesso alterna il racconto della sua giornata con altri ricordi del suo passato. In altri capitoli leggiamo invece il tormentato pensiero di Reynaud, il prete. Che svolge il ruolo che nel film è tipicamente interpretato dal Sindaco: l'antagonista di Vianne in tutta questa tormentata vicenda. E' necessario quindi, ovviamente, fare attenzione al punto di vista di chi si sta leggendo. Nelle parti di Vianne sono presenti inoltre molti dialoghi fitti fitti, per i i quali è importante, ai fini della storia, riuscire a capire chi ha detto cosa e con quale tono. L'operazione non è difficile: richiede solo di immedesimarsi bene per le viuzze di Lansquenet.
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Chocolat - il film

Uno dei più grandi interrogativi che nascono dalla lettura del libro e dalla visione del film è quello riguardante il destino di Vianne e Anouk. Riusciranno a stabilirsi in un posto o lo spirito di conservazione le porterà nuovamente a fare le valige e andarsene? La voglia di Anouk di fermarsi finalmente e incominciare ad avere degli amici veri è palpabile, tanto nel film quanto nel libro. Il pensiero della madre emerge forse in maniera più chiara dalle sue riflessioni presenti nel romanzo, dal racconto della sua infanzia e dal motivo per cui ha sempre ritenuto necesario, dopo qualche tempo, ricominciare tutto da capo. Con sorpresa di tanto in tanto possiamo leggere nella sua mente la voglia di chiamare casa un posto: emerge dalla gioia di possedere piatti e bicchieri o dal desiderio di arredare una stanza come cameretta per la figlia. Una risposta a chiare lettere non la abbiamo: sul finire del racconto Vienne percepisce una novità, sente fuori dalla finestra il vento che torna a soffiare, il suo istinto che la porterebbe lontano da quel posto, la ragione la induce a ragionare sul futuro. La risposta è lasciata alla libera immaginazione del lettore. Oppure al sequel: The Lollipop Shoes, pubblicato nel 2007 in Inghilterra, arrivato nel 2008 in America come The Girl with No Shadow, purtroppo mai tradotto in altre lingue. Che quello non sia il posto giusto da chiamare, finalmente, casa?

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